1904-1933
1904-1933

Capannone montaggio locomotive a vapore
Nel 1901 il modenese Romano Righi fondò a Reggio Emilia una piccola officina di riparazioni ferroviarie. Nel 1904 entrò in società il piemontese Giuseppe Menada e l’azienda prese il nome di Officine Meccaniche Reggiane.
Nella prima guerra mondiale la ditta ottenne importanti commesse militari e diede lavoro a circa 6000 operai (1200 donne), per poi incontrare un periodo di crisi negli anni successivi.
1933-1945
1933-1945

Il prototipo del RE 2000, che volò per la prima volta il 24 maggio 1939
Dopo un breve intermezzo dell’IRI, la fabbrica venne acquisita dal conte Gianni Caproni, che ne fece un’azienda leader nel settore aeronautico. Nel 1941 arrivò ad impiegare quasi 12.000 dipendenti.
Dopo l’occupazione tedesca venne bombardata più di una volta dagli Alleati e il suo patrimonio professionale e tecnologico si disperse.
1945-1951
1945-1951
Alla fine della guerra i dipendenti erano ancora circa 5000, ma la produzione era di fatto azzerata. Il trattato di pace imponeva la rinuncia alle costruzioni aeronautiche e le originali produzioni ferroviarie ed agricole non poterono garantire la sopravvivenza. A partire dal 1949 si aprì una drammatica vertenza sindacale che ebbe il suo culmine con l’occupazione dello stabilimento da parte degli operai per un intero anno. Nel maggio 1951 venne decretata la liquidazione coatta amministrativa.
1952-1960
1952-1960

Cannone antiaereo Bofors da 40mm prodotto per le forze armate
Sotto il controllo statale, nel marzo 1952 aprirono le Nuove Reggiane, con appena 700 dipendenti. Vennero riprese le produzioni ferroviarie e si ottennero importanti commesse militari in ambito NATO.
1960-1994
1960-1994

Macchinari pesanti in partenza dallo stabilimento, diretti a Karachi (Pakistan)
Cessate tutte le procedure legate alla liquidazione, l’azienda riprese il nome originale di Reggiane e, sempre sotto il controllo pubblico, avviò la produzione di grandi complessi industriali: zuccherifici, dissalatori, molini e laterizi e gru portuali che vennero costruiti in tutto il mondo. Nel 1994 tornò ad essere un’azienda privata di proprietà dell’industriale Luciano Fantuzzi.