All’apice del loro successo industriale, durante la seconda guerra mondiale, le Reggiane aveva quasi 12.000 dipendenti, ma nel suo intero secolo di vita i suoi lavoratori sono stati molti di più.
6000 durante la prima guerra mondiale, 5000 all’epoca della liquidazione coatta (1951) e migliaia e migliaia di altri.
Operai, tecnici, impiegati, progettisti… provenivano non solo da Reggio Emilia, ma da ogni parte d’Italia e anche dall’estero, per lavorare nella grande fabbrica.
L’ufficio personale raccoglieva non solo i loro nomi, ma anche la loro storia professionale: raccomandazioni e promozioni, assunzioni e licenziamenti, premi e punizioni, infortuni sul lavoro, orientamenti politici ed altro ancora.
Alcuni di loro erano famosi, come l’asso dell’aviazione Pietro Scapinelli, ma la maggior parte era composta da normali lavoratori, anonimi padri (e madri) di famiglia orgogliosi di lavorare in una grande azienda, vanto di un’intera città.
Qui c’è la loro storia.