Nel 1952 aprirono le Nuove Reggiane, con appena poche centinaia di dipendenti rispetto alla vecchia azienda.

Sotto il diretto controllo statale riprese una produzione di qualità di treni, attrezzature agricole e macchinari pesanti.

Le esportazioni ripresero quasi immediatamente in tutti i settori produttivi. Treni e locomotive venivano esportati in Svizzera e Uganda, i macchinari pesanti in Medio Oriente e quelli agricoli nell’Europa orientale, mentre nell’Europa occidentale si costruivano attrezzature portuali.

Per la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale, aprì anche un reparto per la produzione militare, sia per le forze armate italiane che per la NATO. Questo reparto era sottoposto a stretto controllo delle autorità che rilasciavano nullaosta di sicurezza ai dirigenti e verificavano la protezione dei segreti industriali.

Per molti anni l’assunzione o il licenziamento dei dipendenti era effettuato soprattutto sulla base della loro affidabilità politica filo atlantica.

Nel 1960, terminate le procedure della liquidazione coatta della vecchia azienda, la società poté riprendere il suo storico nome di “Reggiane”.